Arte21 - Video realizzato dagli Artigiani Digitali, Roma 2005
Le opere presentate in questa pagina sono frutto di una ricerca artistica quasi trentennale sulla realtà della rappresentazione fotografica. Da secoli gli artisti si concentrano sulla realtà, dandone ognuno la propria rilettura artistica. Anche un quadro astratto parte dalla necessità di rielaborare esperienze visive che dalla realtà vengono generate attraverso i nostri sensi. Oggetto della mia ricerca non è la realtà, ma la realtà della rappresentazione fotografica. Una realtà cresciuta a dismisura nell’ultimo secolo tanto da creare una “realtà parallela” con cui l’artista deve misurarsi. I colori di questa realtà non sono i colori della natura, come pure gli equilibri nascono in questa realtà bidimensionali. Interpretare questa realtà è farsi carico della necessità (propria di ogni artista) di farsi memoria storica del percepito e trasmetterlo ai propri simili, contemporanei e futuri, in una sintesi artistica.
La rielaborazione delle foto al computer crea i files "matrice" da cui poi con diversi processi di stampa si possono creare tutte le opere definitive.
Sono sempre stato affascinato dall'enorme differenza che c'è tra un viso umano e una fotografia dello stesso viso. Questa differenza ovviamente esiste per qualsiasi sia il soggetto della foto, da un paesaggio a un nudo a un semplice oggetto. Ma le implicazioni di coinvolgimento ed emozione che il viso umano porta con sé rendono questa differenza ancora più misteriosa. Ci possono essere tanti modi di concepire un ritratto, e ci possono essere tanti scopi per cui si vuole avere (o si vuole fare) un ritratto. Ci può essere una motivazione celebrativa, un voler fissare un ricordo di qualcuno amato, si può volere un ritratto per narcisismo o per curiosità. O si può voler fare un ritratto per cercare di carpire quello che di impalpabile trasmette ognuno di noi. Fare un ritratto d'arte digitale è lavorare spostando l'oggetto del quadro dal viso umano alla fotografia del viso umano. Per chi lo commissiona forse la differenza è impercettibile, e il risultato -se la motivazione è "celebrativa" o "fisiognomica" o semplicemente e comprensibilmente "giocosa"- è magari lo stesso. Per chi lo esegue, per l'artista digitale, la differenza è enorme: un viso umano è un viso umano. Una fotografia di un viso umano è un'altra cosa. E tutto il lavoro del ritrattista digitale è un lavoro che ha come scopo restituire in sintesi d'arte le nostre percezioni e emozioni nate non da un volto umano, ma dalla foto di un volto umano. Questo non vuol dire sottovalutare tutte le altre ragioni per cui si fa un ritratto: dalla celebrazione di un personaggio, alla voglia di avere un ricordo duraturo del soggetto, alla semplice esigenza di arredare un ambiente con una immagine cara. Ma nel caso di un ritratto d'arte digitale, si arriva a soddisfare queste esigenze partendo non dalla realtà, ma dalla realtà delle rappresentazioni fotografiche, con tutto ciò che quella rappresentazione si porta con sé del soggetto iniziale.
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